Mutilazioni genitali femminili: i numeri sono allarmanti

Mutilazioni genitali, allarme per 50 ragazze in GB: “In viaggio verso Somalia”

20 Luglio 2015 - di Claudia Montanari

LONDRA – Mutilazioni genitali, allarme per 50 ragazze in GB: “In viaggio verso Somalia”. Scotland Yard ha aperto un’indagine sulla partenza dalla Gran Bretagna di “almeno 50 ragazze” di origine somala tra 11 e 17 anni, che si teme siano state portate in Somalia per subire mutilazioni genitali. Il caso – riferisce la Bbc – è stato denunciato da Lady Tonge, esponente Libdem alla Camera dei Lord. Reduce con la deputata laburista Holly Lynch da una conferenza ad Addis Abeba, la baronessa ha detto di averle viste in aeroporto in transito dalla capitale etiopica verso Mogadiscio: “Erano con le madri e una schiera di nonne”.

Il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili è purtroppo vasto e complesso. Include pratiche tradizionali che vanno dall’incisione all’asportazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni. Gli effetti delle mutilazioni genitali sulle bambine sono devastanti: infezioni gravissime, infertilità, disturbi psichici, emicranie, crampi e, naturalmente, l’annientamento completo e definitivo della vita sessuale. Si stima che in nel mondo il numero di donne che convivono con una mutilazione genitale siano circa 125 milioni. Dati gli attuali trend demografici, possiamo calcolare che ogni anno circa tre milioni di bambine sotto i 15 anni si aggiungano a queste statistiche.

Il rituale viene praticato dai seguaci di varie fedi in diversi Paesi dell’Africa e del Medio Oriente. Non si tratta solo di musulmani, ma anche di cristiani e di credenti delle religioni tradizionali. Il tasso più alto di mutilazioni genitali si verifica in Somalia, dove il 98% delle donne fra i 15 e i 49 anni le ha subite, seguita dal 96% della Guinea, il 93% a Djibouti e il 91% in Egitto. La pratica è invece in forte calo in Benin, Repubblica Centrafricana, Iraq, Liberia e Nigeria. Si registrano casi di MGF anche in Europa, Australia, Canada e negli Stati Uniti, soprattutto fra gli immigrati provenienti dall’Africa e dall’Asia sud-occidentale: si tratta di episodi che avvengono nella più totale illegalità, e che quindi sono difficili da censire statisticamente.

In Italia, contro le pratiche di mutilazione genitale femminile è attivo il Numero Verde Gratuito 800 300 558 del Dipartimento per le Pari Opportunità. La situazione numerica in Italia, secondo lo l’Istituto Piepoli, leader nel campo delle ricerche di marketing e di opinione, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è la seguente:

“I dati ufficiali risalgono al 2008 e ci parlano di 3.400.000 individui; oggi, a livello di metà del 2009 e considerando anche gli irregolari si può dire che gli stranieri soggiornanti in Italia siano complessivamente almeno circa 4 milioni. – I provenienti dai paesi africani sono circa 1 milione, di cui circa 350 mila donne. – Tenuto conto delle informazioni di contesto raccolte si è deciso di assumere come target per la costruzione della stime le donne regolarmente presenti in Italia e provenienti dai 26 Paesi africani in cui le MGF costituiscono una pratica culturale e tribale diffusa. – Le donne provenienti dai paesi africani che abbiamo definito a “tradizione escissoria” sono circa 110 mila. – Le donne di età inferiore ai 17 anni, potenziali vittime attuali o future del fenomeno sono circa 4.600. Considerando le circa 4.600 bambine e giovani di meno di 17 anni provenienti dai Paesi che abbiamo indicato come target di riferimento, le vittime potenziali di questa pratica oggi sono circa il 22%: il che significa che le possibili vittime nei prossimi anni di questa pratica tra le bambine e giovani africane residenti in Italia sono circa 1.000. Una pratica che ha origini pre-cristiane, pre-ebraiche e pre-islamiche”.