Madame Claude morta: così addestrava le ragazze del bordello

24 Dicembre 2015 - di Claudia Montanari

PARIGI – E’ morta a 92 anni in ospedale a Nizza, dimenticata da tutti. Eppure, chissà quanti segreti si è portata nella tomba Madame Claude, la più famosa maitresse francese che negli anni Sessanta e Settanta ha diretto i più lussuosi bordelli di Parigi. Tenutaria di case di piacere e dei più profondi segreti di Stato, Madame Claude è stata più che altro un’istituzione. Partigiana antinazista, «007» per conto dei servizi segreti francesi e della Cia, nonché ispiratrice di romanzi e film.

Tra i suoi clienti più prestigiosi, vantava John Fitzgerald Kennedy e Marc Chagall, Aristotele Onassis e Marlon Brando, il colonnello Gheddafi e lo scià di Persia, il banchiere Elie de Rothschild e il magnate dell’automobilismo Henry Ford. E non solo. Personaggi politici di spicco, ministri, presidenti, uomini d’affari e di potere così come artisti di fama mondiale. Dopotutto, le ragazze più belle e più chic erano le sue. Non semplici prostitute ma “call girls”. «Le mie girls – diceva – devono brillare in tre domini: la bellezza, l’intelligenza e il letto. A volte possono bastare anche due sole di queste qualità, a condizione che vi figuri l’ultima».

Non vi era spazio, nelle sue case, a tessuti e bigiotterie scadenti, tantomeno a lustrini volgari. Golf in cashmere, fili di perle, acconciature eleganti: era questo ciò che contraddistingueva lei e le sue circa 500 girls. Donne del popolo o borghesi, non sventurate alla ricerca di qualche soldo. Studentesse, modelle messe da parte o snobbate ma anche aristocratiche annoiate e desiderose di un brivido.

LA SELEZIONE: Non tutte, certo, erano all’altezza di varcare la soglia di rue de Marignan, la sua celebre casa parigina. Madame Claude le metteva alla prova con un breve test di cultura generale e, in caso positivo, per loro si apriva la porta della camera da letto dove le aspettava l’assaggiatore, il “testeur”: suo il giudizio finale. Una volta passato anche questo test, iniziava un periodo di training: abiti nuovi lussuosi, tutto l’occorrente di bellezza per rendere il più appetibile possibile le ragazze, in qualche caso anche dei ritocchi di chirurgia plastica. Anche lo spirito era importante: lezioni di dizione, di filosofia, di lingua e poi viaggi per conoscere le altre culture. Una vera e propria selezione durissima. Si dice che su 20 candidate, in media non più di una superava le prove.

Per le ragazze, certo, era come vincere alla lotteria e Madame Claude lo sapeva. Dopo qualche anno con la maitresse, molte di loro avevano l’occasione di cambiare vita. Prese in spose da ricchi e potenti clienti innamorati, chi un uomo d’affari, chi un ricco banchiere chi uno sceicco arabo. Altre diventavano cantanti o attrici famose, sotto l’ala protettiva di registi e sceneggiatori importanti. In quegli anni, narra la leggenda, vi era il gioco di scoprire chi, tra quella donna famosa e quell’altra, fosse stata a suo tempo una ragazza di Madame Claude. Lei, come da regola, non snocciolava nemmeno il più piccolo segreto:

«Il silenzio è la regola aurea. Io non divulgo i nomi delle mie salariate. E guai se una di loro va a raccontare quel che un cliente le ha detto a letto».