Kalthoum Kannou, prima donna candidata presidente: svolta in Tunisia

Kalthoum Kannou, prima donna candidata presidente: svolta in Tunisia

24 Novembre 2014 - di Claudia Montanari

TUNISI – Si chiama Kalthoum Kannou, ha 55 anni ed è la prima ed unica donna candidato presidente in Tunisia. La Kannou, d’altro canto, vanta un curriculum di tutto rispetto: Giudice di Cassazione, ex-presidente dell’Associazione dei Magistrati tunisini, Commissario alla Corte Internazionale di Giustizia, militante della società civile.

Kalthoum Kanno si dichiara «indipendente» non sentendosi vicina a nessun partito in particolare, pur riconoscendosi nella «famiglia dei democratici», cioè in quelle persone che credono nell’uguaglianza, nei diritti umani, nello Stato laico e nella vera separazione dei poteri.

Non è detto che la Kannou riesca a diventare presidente, tuttavia è una svolta storica la candidatura di una donna come presidente in Tunisia, regione che vanta anche un altro importante “primato”: quello di essere la culla delle rivolte arabe del 2011.

Ricordiamo, tuttavia, che il presidente tunisino svolge un ruolo cerimoniale, ma la sua poltrona è quella che è stata dell’icona della politica nazionale, Habib Bourguiba.

Come si legge sul Giornale, la Kannou ha dichiarato ai microfoni di radio Shems FM:

«La mia candidatura è un messaggio forte. Significa che le donne tunisine possono fare concorrenza agli uomini nei posti in cui si decide la politica»

Rolla Scolari, sul Giornale, dipinge un bel ritratto della Kannou:

“Benché le sue possibilità di successo come candidato indipendente siano fragili, il suo curriculum di attivista e di oppositore politico al regime del deposto rais Zine El Abidine Ben Ali la rende un volto conosciuto da decenni nel Paese. Nel 2001, quando era già un giudice affermato, il ministro della Giustizia di Ben Ali le chiese di diventare presidente dell’associazione nazionale dei magistrati. Al suo rifiuto – «non diventerò un portavoce del regime» – sarebbero iniziati i guai per Kannou, poco dopo trasferita d’ufficio a 160 chilometri dalla capitale, nella cittadina di Kairouan. Qui, come racconta anche un documento di Amnesty International del 2010, intitolato «Voci indipendenti ridotte al silenzio», è stata anche fisicamente assalita in tribunale. A metterla al centro delle attenzioni nazionali è stato soprattutto nel 2010 il mandato di comparsa spiccato nei confronti di Moez Trabelsi, nipote della moglie del rais, membro di quel clan familiare odiato dalla popolazione per la sua corruzione, finito nelle cronache internazionali con la pubblicazione dei cablogrammi di Wikileaks. Il trasferimento è arrivato puntuale, questa volta a 450 chilometri da Tunisi, nella cittadina di Tozeur

Certo, per lei le cose non sono semplici:

“La sua battaglia per la poltrona che fu di Bourguiba è in salita. Il favorito della corsa è un 87enne che ha servito nel governo del padre della patria come ministro dell’Interno e che è stato anche presidente del Parlamento sotto il rais deposto Ben Ali. L’avvocato Beji Caid Essebsi, a capo di quel partito, Nidaa Tounes, che conquistando 85 dei 217 del Parlamento ha sconfitto a ottobre gli islamisti moderati di Ennahda, ha iniziato non a caso la sua campagna elettorale proprio a Monastir, città natale di Bourguiba. Sfida tra gli altri Kannou ma anche il presidente uscente Moncef Marzouki, la cui popolarità è in caduta libera, l’economista Mustafa Kamel Nabli e il miliardario e proprietario di squadre di calcio Slim Riahi. I sondaggi che lo vogliono vincente preoccupano chi vede nel controllo di Parlamento e presidenza da parte di un solo partito un ritorno ai tempi dell’autocrazia”