Donne e Isis: “Così Samra Kesinovic è stata trucidata”

27 Novembre 2015 - di Claudia Montanari

ROMA – Donne e Isis: “Così Samra Kesinovic è stata trucidata”. Risale a pochi giorni fa la triste notizia secondo cui Samra Kesinovic, giovane ragazza austriaca di appena 17 anni, sarebbe stata uccisa dai jihadisti dell’Isis per aver tentato di scappare. La ragazza, figlia di immigrati bosniaci, era partita per la Siria per arruolarsi all’Isis ma, quando ha tentato di scappare perché pentita, sarebbe stata brutalmente uccisa. Nessuno, infatti, può abbandonare il jihad. Ora, però, arrivano i particolari agghiaccianti su come la giovane ragazza sarebbe stata uccisa dagli jihadisti. È il quotidiano austriaco Krone Zeitung a lanciare le indiscrezioni. Secondo il quotidiano la ragazza sarebbe stata prima pestata a sangue e poi finita a martellate. Un mix letale, dunque, di botte e martellate, senza pietà, senza ritegno, fino a trucidare il suo corpicino inerme. Con lei era partita anche l’amica Sabina che avrebbe perso la vita in battaglia: non è chiaro se sia stata colpita o se si è “immolata” come kamikaze. E proprio la sua scomparsa avrebbe convinto definitivamente Samra a fuggire da Raqqa e tornarsene a casa. Ma i terroristi non gliel’hanno consentito. Sulla vicenda delle due adolescenti, figlie di immigrati bosniaci musulmani e reclutate dal Califfato nel 2014, sono circolate molte notizie. Quasi mai però si è riusciti ad avere conferme ufficiali sulla sorte di Sabina e Samra. Marta Serafini per Il Corriere della Sera scrive:

Di certo c’è solo che sono partite da Vienna, hanno varcato il confine tra Siria e Turchia nella regione di Adana. Le due ragazze, definite da amici e genitori studentesse modello e che non avevano dato alcun segno di radicalizzazione, sarebbero state reclutate attraverso un profilo Facebook che risponde al nome Safiya Al Ghariba (“strana amica”). Subito dopo la loro partenza sono state trovate due lettere, identiche, infilate dentro un libro. «Non ci cercate. Serviremo Allah e moriremo per lui», era il messaggio. I genitori però non hanno mai creduto all’affiliazione delle ragazze. In rete sono poi apparse numerose immagini delle due adolescenti velate, con messaggi che inneggiavano alla jihad. Ma non è chiaro se quei post siano stati scritti dalle ragazze, e c’è chi ritiene che le due siano state catturate da Isis e usate come “ragazze da poster dello Stato Islamico” per attirare altre giovani. Successivamente sono circolate altre informazioni. Samra avrebbe chiamato la sorella spiegando di stare bene e di trovarsi in Siria. Inoltre la stampa austriaca ha ipotizzato che le due siano state date in spose a due miliziani. Ma c’è anche chi ha sostenuto che Samra fosse rimasta incinta. E, ancora, che entrambe fossero morte in una missione kamikaze dopo essere state mandate ad addestrarsi in Iraq. Lo scorso ottobre, secondo il giornale austriaco Österreich, Samra avrebbe chiesto di tornare a causa perché gli orrori della guerra erano diventati insostenibili. La richiesta però sarebbe stata rifiutata dal governo austriaco «Una volta che loro è impossibile (farli tornare)», era stata la dichiarazione di Karl-Heinz Grundboeck, portavoce del ministro degli interni austriaco parlando del fenomeno dei foreign fighters”.

 

Tags