Divorzio breve, oggi entrano in vigore nuove regole ma tribunali a rischio caos

Divorzio breve, oggi entrano in vigore nuove regole ma tribunali a rischio caos

26 Maggio 2015 - di Claudia Montanari

ROMA – Divorzio breve, oggi entrano in vigore nuove regole: tribunali a rischio caos. A seguito della riforma approvata in Parlamento lo scorso 22 aprile e successivamente pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, da oggi 26 maggio 2015 entrano in vigore le nuove norme in merito al divorzio breve. Da ora sarà quindi più semplice dirsi addio: per ottenere il divorzio basteranno 6 mesi se la separazione è consensuale, al massimo un anno se si ricorre al giudice. Un vero e proprio cambiamento epocale che si applica anche ai procedimenti in corso, ovvero alle coppie che hanno già avviato le pratiche per il divorzio. Si stima che siano circa 200mila i procedimenti pendenti che potrebbero approfittare delle regole più veloci, da qui il rischio di un ingolfamento delle richieste, soprattutto per via della retroattività della nuova legge.
L’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, ha spiegato:
‘Restano le criticità di sempre per le separazioni giudiziali: il termine di 12 mesi per proporre il divorzio dall’inizio della separazione è assolutamente ottimistico, conoscendo i tempi della giustizia italiana. Pertanto nelle procedure contenziose l’attesa resterà lunga, considerato che per chiedere il divorzio bisogna definire con sentenza la separazione. Si prevede un notevole numero di procedure di divorzio nei vari tribunali d’Italia perché la legge è retroattiva e riguarda almeno 300mila coppie di separati. Si calcola approssimativamente che almeno 50mila coppie chiederanno il divorzio nei mesi di giugno e luglio prossimi”.
Fino a oggi lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio poteva essere chiesto da uno dei coniugi non prima di tre anni di separazione, con il divorzio breve, invece, il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli.
Ci sono novità, poi, anche per quanto riguarda la comunione dei beni: ora si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale mentre prima si realizzava solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione.

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