Dio? Chiamatelo anche al femminile. La richiesta delle anglicane donne

Dio? Chiamatelo anche al femminile. La richiesta delle anglicane donne

1 Giugno 2015 - di Claudia Montanari

ROMA – Dio? Andrebbe chiamato anche al femminile. Perché solo Padre e non Madre? È questa la domanda che si stanno ponendo gli anglicani, primo fra tutti l’arcivescovo di Canterbury, leader spirituale degli anglicani. Andrebbero riscritte le preghiere anche al femminile -spiega- anche se servirebbe un voto del Sinodo. È giusto chiamare Dio solo con il nome maschile? La questione è stata affrontata da Enrico Franceschini che su Repubblica riprende un articolo del Sunday Times di domenica 31 maggio 2015:
“La questione è stata discussa nell’ambito di una speciale commissione creata dall’arcivescovo di Canterbury, il leader spirituale degli anglicani, proprio per «esplorare le esperienze delle donne che hanno scelto il sacerdozio», riportava ieri il Sunday Times. Ciò non significa che una modifica del testo delle preghiere sia imminente, a cominciare dal Padre Nostro, magari per trasformarlo in “Madre Nostra” o per dare a chi prega l’opportunità di scegliere liberamente l’una o l’altra formula”.
Anche se la questione è molto sentita soprattutto dalle donne anglicane, non è certo semplice. Scrive Enrico Franceschini: 
“«Siamo soltanto al livello preliminare del dibattito», dice Hillary Cotton, la presidente del gruppo Watch. «Riscrivere eventualmente le preghiere della Chiesa d’Inghilterra allo scopo di ampliare la nostra comune percezione di Dio è un problema estremamente complesso, che richiederà probabilmente anni». E un portavoce dell’arcivescovo di Canterbury avverte: «L’arcivescovo non ha partecipato alla discussione, sebbene sia autorizzata da lui. Qualunque cambiamento nella liturgia richiederebbe comunque un voto del Sinodo Generale, dopo una approfondita consultazione della commissione liturgica »”.
Tuttavia, non sarebbe la prima volta che il Sinodo Generale potrebbe approvare una decisione epocale, come l’episcopato femminile l’anno scorso:
“Una svolta che ha portato per ora alla nomina a vescovo del reverendo Libby Lane, in gennaio, e di altre due donne vescovo negli ultimi mesi, aprendo in teoria la strada, in futuro, all’ascesa di una donna al ruolo di arcivescovo, in pratica al possibile avvento di una “papessa” a capo della chiesa di Londra. È insomma innegabile che gli anglicani siano all’avanguardia di un movimento per modernizzare e cambiare la cristianità, tenendo conto di un mondo più moderno e cambiato. «È ingiusto che le donne vedano se stesse come meno sacre e meno in grado di rappresentare Cristo nel mondo, solo perché Dio viene rappresentato sempre come un Lui, come un maschio», osserva il reverendo Emma Percy. Hillary Cotton, la presidente di Watch, spiega che l’immagine prevalentemente maschile del Dio cristiano ha radici antiche: «Deriva dall’Impero Romano, da una consuetudine a immedesimare la divinità più importante nei panni di un Re, Signore e Padre. Ma così facendo non seguiamo il più autentico volere di Dio, perché Dio non è riconducibile a una sola immagine, è molto più di quanto possiamo comprendere».
E un’altra donna sacerdote, il reverendo Kate Bottley, vicario della chiesa di St. Mary e St. Martin a Blyth, nel Nottinghamshire, ammette di avere già cominciato a rimuovere dove è possibile ogni riferimento maschile a Dio in preghiere e liturgie. In una preghiera assai popolare nella chiesa anglicana, del resto, Dio viene già paragonato a una “madre” che si occupa con tenerezza dei propri figli. Del resto lo disse una volta anche papa Luciani, Giovanni Paolo I: «Dio è padre e più ancora è madre»”

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