Burkini in spiaggia: nel Regno Unito musulmane coperte e...felici

Burkini, parla la creatrice: “Inventato per l’integrazione”

22 Agosto 2016 - di Silvia_Di_Pasquale

ROMA – “Non dovrebbero strumentalizzare per ragioni politiche un capo di abbigliamento, io ho creato il burkini in modo che potessimo integrarci in Australia più facilmente”. Queste le parole della stilista australiana, di origine libanese, Aheda Zanetti, dopo che in queste settimane imperversa il dibattito sul burkini, in seguito ai divieti scattati in alcune località balneari francesi.

La stilista, che ha realizzato il costume da bagno che copre l’intero corpo, compreso un cappuccio hijab, al fine di permettere alle donne musulmane di non rinunciare al mare, spiega come in queste ultime settimane ci sia stato un boom di vendite online:

“Stiamo producendo più che mai – spiega Zanetti – in Francia le vendite solo salite del 30-40% negli ultimi 3 mesi, in Germania abbiamo dovuto cambiare il sistema di consegna per poter fronteggiare l’aumento delle vendite online”.

Quanto all’affermazione che questo costume potrebbe essere considerato un simbolo di sottomissione, Zanetti replica:

“Quando ero giovane, queste cose non esistevano, noi indossavamo abiti di cotone e rimanevamo sedute sulla spiaggia, ci era vietato nuotare in piscina. Ora il burkini ha dato alle donne musulmane potere e libertà e ora vogliono togliercelo. Sembra che si tratti solo di un costume da bagno – conclude – ma per molte c’è in gioco molto di più”.