Angelina Jolie visita profughi a Malta. Per Il Giornale: "una passerella Vip"

Angelina Jolie visita profughi a Malta. Per Il Giornale: “una passerella Vip”

16 Settembre 2014 - di Silvia_Di_Pasquale

LA VALLETTA (MALTA) – Angelina Jolie visita i profughi a Malta: l’attrice, nella veste di ambasciatrice Onu, ha incontrato lo scorso 14 settembre alcuni sopravvissuti delle tragedie degli ultimi giorni, salvati da un’ imbarcazione commerciale e condotti sull’isola. Jolie ha fatto visita anche ad alcune famiglie di siriani, scampati a un naufragio lo scorso anno. Nel 2011 fece la stessa cosa a Lampedusa, in quella che i giornali avevano definito “una visita a sorpresa”.

“Dobbiamo capire – ha detto l’attrice a Malta –  cosa muove le persone a compiere questo passo, a salire su imbarcazioni insicure e sovraffollate rischiando la vita dei propri stessi figli: è l’insopprimibile desiderio di fuggire. (…) A meno che non affrontiamo le radici di questi conflitti, il numero dei rifugiati che moriranno o che non riusciranno a trovare protezione non potrà fare altro che crescere”.

La visita della Jolie, presente sull’isola anche per le riprese della sua nuova pellicola,”By the sea“, non è sfuggita all’attenzione dei media, che si sono soffermati sul gesto solidale dell’attrice. Non la pensa così Il Giornale, che considera quella dell’attrice hollywoodiana, definita “ingenua ambasciatrice“, una visita che rischia di non andare oltre la semplice “passerella vip”. Scrive Manila Alfano:

«La bella e impegnatissima attrice americana è tornata a indossare i panni della madrina di buona volontà nel ruolo di ambasciatrice Onu e l’altro ieri è atterrata a Malta per visitare il quartier generale del soccorso navale (…) Facile scendere dall’alto con il proprio aereo privato su una tragedia, abbracciare profughi e disperati, stringere mani e dire: “Serve uno sforzo collettivo”. Le telecamere, l’attenzione puntata sul problema, la sensibilizzazione. Ingredienti indispensabili per una ricetta risolutiva. Ma questa doveva essere la prima parte. “Abbiamo bisogno di renderci conto della dimensione di questa crisi”. Ma come? Non è ancora chiaro?»